Metodo A.Tomatis

Il Metodo

Il Metodo Tomatis è stato creato negli anni 50 dal medico otorinolaringoiatra e chirurgo, Alfred Tomatis. E’ stato riconosciuto come metodo scientificamente valido nel 1957 dall’Académies des Sciences et de Médecine, Accademia delle Scienze della Medicina di Parigi.
A.Tomatis scoprì la stretta relazione tra capacità di ascolto e vissuto psicoaffettivo, creando quindi questo Metodo di educazione all’Ascolto, chiamato Audio-Psico-Fonologia. E’ importante sapere che la funzione dell’orecchio non è solo passiva, cioè quella di percepire i suoni, ma è anche attiva, che fa emergere il desiderio di ascoltarli.
Questa educazione si ottiene facendo fare una microginnastica ai muscoli dell’orecchio medio tramite un macchinario chiamato “Orecchio Elettronico”. Lo scopo di questa ginnastica acustica è quello di riattivare la coclea, responsabile delle funzioni uditive e dell’analisi dei suoni acuti, ed Il vestibolo, parte che controlla l’attività muscolare, l’equilibrio e lo schema corporeo.
L’orecchio è l’organo di senso che si forma per primo, funzionando nel grembo materno già dal quinto mese dalla data del concepimento. La coclea già da allora registra e memorizza i suoni provenienti dal primo ambiente, quello uterino. Questi suoni sono il primo gradino della comunicazione e della vita di relazione che mano a mano si farà sempre più elaborata verso la coscienza, l’ascolto ed il linguaggio. Mediante l’ascolto di suoni opportunatamente filtrati, cioè simili a quelli udibili allo stadio fetale, è possibile arrivare a riorganizzare esperienze emotivamente condizionanti che possono aver ostacolato la funzione attiva dell’ascolto.
Grazie al metodo A.Tomatis viene ristabilita la funzione dell’ascolto, strumento di enorme valore che ci consente di aprirci verso l’esterno, al mondo e ad una migliore comunicazione tra le persone.

Alfred Tomatis

Come funziona

Attraverso i suoi esperimenti, A.Tomatis ha osservato che se l’udito è danneggiato possono sorgere anomalie della voce. Per uno stesso soggetto, le frequenze mancanti nell’audiogramma sono le stesse che mancano nel fonogramma. Esiste un circuito chiuso d’auto-informazione, il cui ricettore di controllo durante l’emissione a livello degli organi fonatori è l’orecchio. Questa scoperta sarà chiamata “Effetto Tomatis” (Sorbona, Parigi nel 1957).
L’Effetto Tomatis si riassume in tre leggi:
– La voce contiene ciò che l’orecchio percepisce, ovvero non si può riprodurre con la voce le frequenze che non si sentono.
– Se è data all’orecchio la possibilità d’intendere correttamente, si migliora istantaneamente l’emissione vocale.
– E’ possibile trasformare la fonazione con una stimolazione uditiva intrattenuta per un certo periodo (legge di rimanenza).
Con l’utilizzo di apposite cuffie collegate ad un Orecchio Elettronico, si cercherà di trasformare il condizionamento difettoso con uno nuovo, calcolato sulla base di una curva d’ascolto ideale. Questa postura d’auto-ascolto viene imposta attraverso una tensione del timpano prodotta ad una regolazione dei muscoli della cassa timpanica (il martello e la staffa). Questi muscoli assicurano il passaggio del suono nell’orecchio interno, luogo in cui comincia l’analisi dell’informazione sonora che arriva al cervello.
Il programma educativo del Metodo A. Tomatis fa percorrere al soggetto il cammino sonoro ideale che normalmente inizia già dalla vita fetale. Il Metodo consiste, visto che di fatto esiste già una comunicazione tra il feto e la madre, nel suscitare nel soggetto il desiderio che questa comunicazione si prolunghi anche dopo la nascita, con la madre prima, poi con il padre, ed infine con la società. L’itinerario inizia con il “dialogo” intra-uterino e si conclude con l’inserimento del soggetto nel sociale.
L’orecchio è dunque immerso di nuovo nelle condizioni di un vissuto molto lontano attraverso i suoni filtrati. Generalmente si utilizza la voce materna o la musica di Mozart. Dopo un certo numero di sedute di suoni filtrati, si effettua quello che viene chiamato “il parto sonoro”, cioè si fa passare il soggetto da un’audizione in ambiente liquido ad una in ambiente aereo. Dopo il parto sonoro si inizia la fase attiva dove il soggetto si prepara ad incontrare l’altro.
Si posano le prime strutture del linguaggio attraverso degli esercizi di lettura e/o ripetizioni di parole e frasi attraverso il controllo dell’Orecchio elettronico. Il soggetto passa quindi ad una fase che gli permette di incontrarsi ed accettarsi; il materiale sonoro lo aiuterà allora a liberare il linguaggio.

Le funzioni dell’orecchio

Il nostro orecchio non si occupa soltanto di percepire i suoni (dai 16 ai 20.000 hertz) e distinguere gli alti dai bassi, il timbro, la durata e l’intensità, ma permette anche di:
Analizzare i suoni;
Localizzarli nello spazio;
Filtrare i suoni, cioè definire quelli che si vogliono sentire da quelli che non si vogliono sentire.
L’orecchio inizia a lavorare già dal quarto mese e mezzo di gravidanza (vedi pagina “Ascolto Intrauterino”).
Si compone di orecchio esterno, medio ed interno.L’orecchio interno è molto importante, è composto da coclea e vestibolo.
La coclea è una specie di dinamo. Trasmette energia al cervello e analizza i suoni acuti.
Il vestibolo è una sorta di antenna che rileva le informazioni provenienti dai movimenti del corpo. Esso consente di:
Stare in equilibrio;
Regolare il tono muscolare;
Percepire ritmo e cadenze, per poter parlare, danzare, cantare a tempo;
Coordinare i movimenti del corpo;
Prendere progressivamente coscienza del nostro schema corporeo (sapere dove si trova un arto e posizionarlo nello spazio)
Quindi:
Il vestibolo regola l’equilibrio neurovegetativo;
Controlla la fonazione, ritmo e cadenza;
Sviluppa l’autocontrollo vocale.
Ecco che le alterazioni delle funzioni dell’orecchio sul piano fisiologico possono generare problemi fisici di varia gravità.

Verticalità e postura di ascolto

L’orecchio assicura, grazie ai canali semicircolari una funzione di equilibrio che determina le nostre attitudini posturali. La verticalità favorisce la pienezza dell’ascolto, in quanto tendere l’orecchio è anche tendere il corpo all’ascolto, al fine di offrire all’informazione le zone sensibili del nostro rivestimento cutaneo.
E’ facile tramite l’Orecchio Elettronico provocare sperimentalmente dei cambiamenti di atteggiamento posturale in funzione di particolari modificazioni dell’ascolto. -Imponendo un ascolto ricco in frequenze acute, si osserva, nel momento in cui la fonazione del soggetto si anima, una correlazione posturale impressionante: la colonna vertebrale si allinea, la cassa toracica si apre, il soggetto cerca una migliore attitudine dorsale tramite la rotazione del bacino in avanti, il viso si distende e si mobilizza in maniera armonica. -una curva d’ascolto opposta, invece, che favorisca i gravi, produce una contro-reazione posturale che va in senso inverso alla precedente. Inoltre, il suono che produciamo imprime in permanenza una miriade di piccoli tocchi (pressioni acustiche) su tutto il nostro sistema nervoso periferico.
Il linguaggio sensibilizza progressivamente le zone sensoriali rilevatrici delle onde acustiche della “colata verbale”. Le zone più sensibili a questa informazione si trovano là dove le fibre nervose specializzate nella rilevazione della pressione sono più dense: viso, parte anteriore del torace, addome, palmo della mano, faccia dorsale della mano destra a livello della pinza pollice-indice, l’interno delle membra inferiori, e la pianta del piede. Per quello A.Tomatis diceva che la posizione del loto è la postura la più “in ascolto” perché presenta verso l’altro tutte le parti nervose ricettive del suono. E’ importante anche prendere in considerazione che il consumo energetico relativo al mantenimento della nostra postura è minimo quando il corpo è in equilibrio, dritto e verticale.
Il nervo pneumogastrico (o nervo vago) estende la sua antenna sensoriale sulla membrana timpanica. E’ Maestro della vita vegetativa e viscerale, ed Il suo campo neurotico è immenso. All’interno di questo quadro, l’orecchio può giocare un ruolo particolarmente nefasto. Basta che l’orecchio si chiuda, rilasciando la muscolatura del martello e che la staffa non venga più sollecitata. I suoni sono allora trasmessi in maniera molto limitata e vengono analizzati male. Solo le frequenze gravi riescono a passare, trascinando il timpano, molto disteso, in un movimento troppo ampio che per reazione va ad eccitare il ramo auricolare del vago, con tutte le reazioni che ciò produce nella sfera neurovegetativa. Il training audiovocale con l’Orecchio Elettronico aiuta la postura d’ascolto dell’orecchio verso gli acuti.

Equilibrio neurovegetativo e stress

Il nervo pneumogastrico (o nervo vago) estende la sua antenna sensoriale sulla membrana timpanica.
E’ Maestro della vita vegetativa e viscerale ed Il suo campo neuronico è immenso. All’interno di questo quadro, l’orecchio può giocare un ruolo particolarmente nefasto. Basta che l’orecchio si chiuda, rilasciando la muscolatura del martello e che la staffa non venga più sollecitata.
I suoni sono allora trasmessi in maniera molto limitata e vengono analizzati male. Solo le frequenze gravi riescono a passare, trascinando il timpano, molto disteso, in un movimento troppo ampio che per reazione va ad eccitare il ramo auricolare del vago, con tutte le reazioni che ciò produce nella sfera neurovegetativa. Il training audiovocale con l’Orecchio Elettronico aiuta la postura d’ascolto dell’orecchio verso gli acuti.

Avere più energia

Tomatis ha studiato a lungo le funzioni dell’orecchio, scoprendo che principalmente esso è un sistema per produrre ricarica corticale e favorire il potenziale elettrico del cervello. Il suono è trasformato in stimolo nervoso dall’organo dei corti nell’orecchio interno, inviato alla corteccia cerebrale e da lì all’intero organismo per tonificarlo e dinamizzarlo.
Da una parte l’orecchio verticalizza la persona e assicura così il suo massimo rendimento energetico. Da un’altra parte il suono ricevuto è trasformato in impulsi nervosi dalle cellule ciliate dell’apparato cocleovestibolare. Non tutti i suoni però sono adatti a provocare la ricarica corticale. Sulla membrana basilare della coclea, le cellule del Corti sono molto più numerose nella parte riservata alle frequenze acute che nella parte riservata alle frequenze basse.
Così la trasmissione alla corteccia di energia captata è molto più forte quando essa proviene dalla zona degli acuti. I suoni bassi finiscono spesso per stancare l’individuo, in quanto stimolano delle risposte motrici attraverso la loro azione sul vestibolo che assorbe più energia di quanto ne possa fornire.
Il neonato ad esempio, prima del decimo giorno, è tonico e molto dinamico. Ma di seguito allo svuotamento del liquido amniotico dal suo orecchio medio, entra in una fase molto più calma visto che perde la sua capacità di percepire i suoni delle frequenze acute. L’orecchio ha la funzione di stimolare e caricare la corteccia con il suo potenziale di stimolazione sensoriale.